CPRC-26

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Re: CPRC-26

Messaggio: #1891 IK0MOZ
06/11/2013, 9:22

Per quanto riguarda la CPRC-26 il tipo italiano è stato costruito in Italia o meglio nel Lazio. La capocommessa era la Larimart con stabilimenti in Via Torrevecchia ma ha coinvolto una miriade di piccole aziende che hanno partecipato in subappalto alla costruzione delle varie parti. La parte plastica della cornetta era realizzata sulla Via Tiburtina, mentre il frontale da una piccola fonderia sulla Via Prenestina. In pratica in quel periodo un sacco di gente di quella zona ha campato sulla CPRC-26.
Se poi il modello italiano era peggiore o meno affidabile di quello canadese ci sarebbe interessante verificare se dipende dai materiali o dalla fabbricazione. Io non ho mai analizzato l'interno ver verificare l'origine dei componenti elettrici e mi iservo di farlo alla prima occasione.
Rimane aperto il problema del manuale di Roberto con origine Marconi, ma tempo al tempo
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1894 iw5elc
06/11/2013, 9:57

Benissimo,

Il problema sulle due che ho e vorrei sapere se qualcuno che ha la stessa versione larimart fa lo stesso difetto.
Preciso che le due che ho sono praticamente nuove, il problema credoe sia meccanico perche allo scatto della posizione non corrisponde subito l allineamento e devo spostare la monopola o destra o sinistra e me ne accorgo dal suono che produce in trasmissione perche quando và bene il fischio e piu forte.
Al contrario quelle canadesi quando sposto i canali fsnno lo scatto piu forte e funzionano dubito.
Iw5elc Emanuele

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Re: CPRC-26

Messaggio: #1899 roberto burdese
06/11/2013, 22:34

Rispondo a Lele sull'incertezza dei contatti del commutatore del cambio "canale" su gli apparati "larimart". Su quello che ho io della larimart, ho notato che esiste un notevole gioco tra l'asse in bachelite del commutatore e la parte rotante delle varie sezioni del commutatore così specialmente quando si passa dalla posizione 5 a quella 6 il contatti su quest'ultima appena appena toccano. Come già detto in precedenza, nell’intento di capire cosa sia stato costruito in Italia e cosa in Canada, ho aperto un modulino che contiene lo stadio di amplificazione meda frequenza. (ce ne sono quattro uguali). Da un’attenta osservazione dei componenti e dello stampato che li supporta, ho l’opinione che sia di costruzione Canadese, per cui il modulino dovrebbe essere poi stato riverniciato e serigrafato dalla “larimart”. Ci sono due punti che mi hanno maggiormente indirizzato a questa conclusione, l’adozione degli occhielli di ottone su quasi tutte le terminazioni delle piste che sostengono i componenti e la presenza di quel blocchetto che contiene i quattro condensatori di disaccoppiamento .Cosa ne dite ? Spero che le foto siano sufficentemente indicative “BR”
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1904 iz2zph
07/11/2013, 16:50

se posso dare il mio contributo.....
forse l'ho già detto altrove nel forum ma si può stare certi che gli apparati "anglofoni" utilizzati in Italia non fossero costruiti nel nostro paese ma semplicemente "italianizzati" con vernice e serigrafie.
Solo in taluni casi con la sostituizone dei cofani (solo se particolarmente rovinati).
Ebbene si, non tutti gli apparati distribuiti erano nuovi di fabbrica.... c'era tanto "surplus" ufficiale...
la pratica è durata fino alla dismissione degli apparati ex USA.
per quanto ne so solo gli r-1051/urr - B erano costruiti o per lo meno assemblati sul litorale romano....
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1906 IK0MOZ
07/11/2013, 18:01

Sono in linea generale d'accordo, anche se ci sono delle eccezioni o meglio delle variazioni sul tema. Per esempio riguardo la GRC-9 una certa quantità di DY-88 sono di produzione SCIALOTTI (poi diventata ELMER) e in questo caso penso tutta la meccanica è probabilomente arrivata da fuori (USA, Fr, GY ???) ma i componenti interni sono italiani e il montaggio è fatto a Pomezia, la stessa GRC-9 (almeno una certa quantità) è stata fatta in Italia penso nello stesso modo e probabilmente dalla M.Marelli. La mia è una di queste e la componentistica interna passiva è al 90 % italiana di note fabbriche che ora non esistono piu.
Per quanto riguarda la CPRC-26 la storia penso sia un po piu complessa. Le prime utilizzate erano sicuramente canadesi, ma a un certo punto sono state costruite completamente in Italia incluso i moduli. Questo mi è stato confermato da un tecnico che ci ha lavorato. I materiali erano forniti dalla Larimart in Conto Lavoro (in pratica trasferimento di materiali per lavorazioni senza trasferimento di proprietà degli stessi). Se poi i materiali (componenti elettrici) potessero essere di provenienza canadese questo è possibile anche se da quanto visto sulla foto di BR una paio di resistenze ad impasto di carbone "pizza e fichi" (non sono Allen Bradley o Dale utilizzate tipicamente negli apparati americani), dei "Tubular capacitors" N150 (punto arancio) si trovavano anche da GBC, per i CapNet è stato il primo tentativo di miniaturizzazione elettronica. In quel periodo molti fabbricanti di passivi offrivano a catalogo oggetti del genere specie per valori di bypass, non solo ma potevano anche farteli su misura (primi tentativi di oggetti "custom").
Secondo un'altra fonte gli scatolotti originali canadesi erano dei parallelepidedi e non cilindrici, questa verifica la puo fare chi ha una Rogers canadese integra ossia mai stata riparata .
Saludos /MOZ
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1907 iz2zph
07/11/2013, 18:14

IK0MOZ ha scritto:Sono in linea generale d'accordo, anche se ci sono delle eccezioni o meglio delle variazioni sul tema. Per esempio riguardo la GRC-9 una certa quantità di DY-88 sono di produzione SCIALOTTI (poi diventata ELMER) e in questo caso penso tutta la meccanica è probabilomente arrivata da fuori (USA, Fr, GY ???) ma i componenti interni sono italiani e il montaggio è fatto a Pomezia, la stessa GRC-9 (almeno una certa quantità) è stata fatta in Italia penso nello stesso modo e probabilmente dalla M.Marelli. La mia è una di queste e la componentistica interna passiva è al 90 % italiana di note fabbriche che ora non esistono piu.
Per quanto riguarda la CPRC-26 la storia penso sia un po piu complessa. Le prime utilizzate erano sicuramente canadesi, ma a un certo punto sono state costruite completamente in Italia incluso i moduli. Questo mi è stato confermato da un tecnico che ci ha lavorato. I materiali erano forniti dalla Larimart in Conto Lavoro (in pratica trasferimento di materiali per lavorazioni senza trasferimento di proprietà degli stessi). Se poi i materiali (componenti elettrici) potessero essere di provenienza canadese questo è possibile anche se da quanto visto sulla foto di BR una paio di resistenze ad impasto di carbone "pizza e fichi" (non sono Allen Bradley o Dale utilizzate tipicamente negli apparati americani), dei "Tubular capacitors" N150 (punto arancio) si trovavano anche da GBC, per i CapNet è stato il primo tentativo di miniaturizzazione elettronica. In quel periodo molti fabbricanti di passivi offrivano a catalogo oggetti del genere specie per valori di bypass, non solo ma potevano anche farteli su misura (primi tentativi di oggetti "custom").
Secondo un'altra fonte gli scatolotti originali canadesi erano dei parallelepidedi e non cilindrici, questa verifica la puo fare chi ha una Rogers canadese integra ossia mai stata riparata .
Saludos /MOZ

Forse ho generalizzato troppo, ma mi riferivo in particolare a casi come quello delle rt70 vendute per nuove... Ma si scoprì che non le erano.... E fu la fine della prima Scialotti....... Ciao!
Paolo IZ2ZPH
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1908 IK0MOZ
07/11/2013, 20:08

Questa non la sapevo, sembra che dopo la Rogers canadese il secondo piu grande fabbricante di CPRC-26 sia stata la Philips. Sarebbe interessante sapere in quale paese. Gli apparati prodotti da questo fabbricante sono marcati con scritte in inglese quindi diretti al mercato in generale. Fra gli utilizzatori oltre ai paesi NATO sembra ci sia stata anche l'Australia.
Posto anche il particolare dell'attacco dell'antenna invisibile.
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1909 iz2zph
07/11/2013, 20:42

Per la cronaca.... E la storia....
Due fonti, stessa notizia
Marzo 1968:
Una società affiliata alla Montecatini-Edison fallisce. Dagli sviluppi del crack si viene a sapere che uno dei responsabili della Elmer, Aldo Scialotti, un ex barelliere degli Ospedali Riuniti, ha venduto all'esercito italiano come nuove di zecca 1200 ricetrasmittenti ricavate da residuati bellici americani della guerra di Corea, che vengono montate sui carri armati M-47. L'affare frutta a Scialotti, che riesce a fuggire in Brasile prima del mandato di cattura, due miliardi di lire; all'ing. Valerio e ad altri membri della Montedel (la società della Montecatini-Edison che ha riunito altre ditte tra le quali la Elmer) frutta, invece, una incriminazione per frode in forniture militari, falso in comunicazioni sociali e illegale ripartizione degli utili. Stando poi a una denunzia presentata da cinque azionisti del colosso chimico, la Edison avrebbe stanziato nel bilancio un fondo nero per corrompeere i funzionari del ministero della Difesa.
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Paolo IZ2ZPH
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1910 iz2zph
07/11/2013, 20:46

IK0MOZ ha scritto:Questa non la sapevo, sembra che dopo la Rogers canadese il secondo piu grande fabbricante di CPRC-26 sia stata la Philips. Sarebbe interessante sapere in quale paese. Gli apparati prodotti da questo fabbricante sono marcati con scritte in inglese quindi diretti al mercato in generale. Fra gli utilizzatori oltre ai paesi NATO sembra ci sia stata anche l'Australia.
Posto anche il particolare dell'attacco dell'antenna invisibile.

Bel pezzo....
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Re: CPRC-26

Messaggio: #1911 IK0QDQ
07/11/2013, 21:50

Questa è una delle tante solite brutte storie.
A proposito della fornitura di cui state parlando: ricetrasmettitori da carro della serie GRC (dal 3 all'8 a secondo della configurazione) forniti per aggiornare gli apparati SCR-508 alle nostre forze corazzate, che alla fine degli anni sessanta sui carri M-47 avevano ancora istallata la serie di apparati bellici, posso fornire due testimonianze.
Molti anni fà, nel nostro girovagare per magazzini, ci imbattemmo in un personaggio pittoresco (coinvolto in qualche modo nell'affaire ) che tentava grottescamente di giustificare la truffa, dicendo che i girnali non avevano capito niente e che era tutto regolare, perchè loro avevano ricostruito tutti gli apparati con componenti italiani, come prevedeva la legge!!!!!!
Il bello è che, abitanto a pochi chilimetri da Bracciano, dove aveva sede una grossa unità equipaggiata con apparati di quella fornitura, ebbi modo di conoscere un anziano maresciallo, allora ,ancora in servizio, che raccontava con raccapriccio, le avventure (o meglio le dissavventure tragicomiche) derivate dal malfunzionamento di quegli apparati. I guasti tipici erano nell'alimentatore: condensatori elettrolitici che scoppiavano per le temperature elevate e i vibratori che non c'era verso di farli "vibrare"!!!!!! e ricordava che una volta, in occasione di una manifertazione alla presenza di grosse autorità, per essere sicuri di poter comunicare tra i carri,e soprattutto per essere sicuri di avere l'interfono funzionante, ebbe l'ordine di rimontare sui mezzi le poche vecchie SCR-508/528 ancora disponibili in magazzino!!!!!!!
Da ultimo ricordo che 1968 lo scandalo ebbe una certa risonanza, ed oltre agli articoli sopra riportati ci fu una serie di lunghi servizi sul settimanale l'Espresso, di cui avevo conservato tutte le copie. Purtroppo pochi anni fà, in occasione del trasferimento dalla città alla campagna, mandai la raccolta del settimanale al macero......
Saluti a Tutti QDQ
Rileggendo mi rendo conto che forse questo argomento si potrebbe aprire un nuovo post dal titolo Testimonianze di truffe.....
Immagine # ARO 440/0 Immagine Edoardo IK0QDQ


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