SAFAR

Storia e notizie sulle aziende che hanno prodotto componenti e apparati radioelettrici
lorenzo tonioli
Caporale
Caporale
Messaggi: 317
Iscritto il: 02/02/2014, 10:03

SAFAR

Messaggio: #6865 lorenzo tonioli
10/05/2014, 9:25

Alcune vecchie pubblicità della ditta milanese SAFAR:

Immagine

(anno 1940)

Immagine

(dalla rivista "SAPERE" del 15 giugno 1937)

Immagine

(1940)

Avatar utente
IK0MOZ
Capitano
Capitano
Messaggi: 5150
Iscritto il: 08/06/2013, 19:01
Località: Tivoli (Rm)
Contatta:

Re: SAFAR

Messaggio: #10032 IK0MOZ
22/10/2014, 20:01

Sistema di classificazione dei ricevitori della SAFAR.
La sigla indicante il tipo dei ricevitori SAFAR è composto da tre numeri e in qualche caso seguito da una lettera.
Per esempio il famosissimo ricevitore "850A" , la sigla vuol dire :
Primo numero = Numero delle valvole (nel nostro caso 8 )
Secondo numero = Numero delle gamme di lavoro (nel nostro caso 5 )
Terzo numero = Numero progressivo ( da 0 a 9 quindi il primo di queste caratteristiche)
Lettera (quando presente) = Cliente di destinazione (A=Aeronautica; M=Marina)
Altro esempio ricevitore 772M = 7 valvole, 7 gamme, il terzo Rx di questo genere, costruito per la Marina.
La SAFAR aveva anche un sistema numerico di classificazione interno generalmente presente solo sui disegni e sugli schemi.
MOZ
ImmagineImmagine # ARO 301/0Immagine WS 19 Group # 15 Mario IK0MOZ

Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: SAFAR

Messaggio: #15518 IZ8YRR
21/07/2015, 2:24

La sorte dei nostri grandi gruppi aziendali, finita la guerra, non era più sotto il nostro controllo. Le grandi industrie erano destinate o ad un forte ridimensionamento, o addirittura alla chiusura. Per nostra fortuna, i nuovi equilibri mondiali, venutisi a creare con l'instaurarsi della "cortina di ferro", non consigliavano più ai vincitori di trasformare i paesi sconfitti, in particolare la Germania, in un bel "prato verde" (vedi il "piano Morgenthau"). Anche li solo alcune ditte molto compromesse furono costrette alla chiusura (vedasi la GEMA), ad altre fu invece consentito di riprendere le attività, ma solo in alcuni settori ben specifici.

Il caso della SAFAR è emblematico. Studiando i documenti relativi alle commesse dei radiotelemetri (rif. archivio SAFAR/Castioni - cent'anni di radar, prof. Galati), mi hanno colpito due lettere. Nella prima, datata 29/8/1945, il ministero della difesa, Marina Militare chiede all'ing. Castellani "di far avere un elenco dei materiali di proprietà della Marina che si trovavano presso di voi all'8/9/43, e che dopo tale data sono stati oggetto di esportazione, requisizione o distruzione". Infine, il 21/1/1948 è la SAFAR che chiede gli "estremi di registrazione" di un accordo, siglato il 20/7/1943 in base al quale la Marina si impegnava a corrispondere alla SAFAR la somma di 25 milioni di lire quale compenso per la cessione a favore delle Forze Armate della licenza di riproduzione del radar da combattimento "Veltro".

La SAFAR fallirà quello stesso anno. Lo stato pagherà la somma pattuita solo molti anni dopo, direttamente agli eredi. La sede storica della SAFAR in via Bassini 15 a Milano è ancora oggi sede del CNR.

Ecco alcune delle ultime pubblicità SAFAR, apparse sulla rivista "Elettronica" nel 1946-1947. L'ultima pubblicità (settembre 1947), elenca gli ultimi modelli radio in produzione (5310, 527, 538). Sempre nel 1947 SAFAR aveva partecipato con uno stand alla fiera di Milano, esponendo tutta la produzione, inclusi gli apparati radar.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Tonino

Avatar utente
IK0QDQ
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2184
Iscritto il: 16/06/2013, 0:24

Re: SAFAR

Messaggio: #15519 IK0QDQ
21/07/2015, 7:50

Ogni volta che si parla della fine delle nostre industrie mi viene il magone.
Tonino ha, molto diplomaticamente, accennato alle reali ragioni del problema.
Ma purtroppo di questo argomento si parla come si parlava negli anni cinquanta del cancro.
Se ne accenna , ci si gira intorno, ma nessuno ha il coraggio di nominarlo direttamente.
Il problema si chiama TRATTATO DI PACE. Ovvero il trattato di resa incondizionata, dove sono state accettate anche tutte quelle clause che prevedevano la chiusura di tutte le nostre industrie o il loro passaggio sotto controllo alleato. Non solo: questo stato di cose si è protratto per più di un decennio. Tutto quanto di innovativo veniva scoperto passava sotto il controllo alleato.
Chi avesse delle perplessità su quanto detto si faccia una passeggiate sul web e si legga la versione completa del trattato. Ci sono i riferimenti alle clause riservate (che non ho trovato) ma sono facilmente intuibili.
E' probabile che in qualche sito USA o GB ci siano pubblicate per intero anche le clause segrete. Da noi lo rimarrano per altri mille anni.!!!!
Edoardo
Immagine # ARO 440/0 Immagine Edoardo IK0QDQ

Avatar utente
I2MZC
Sergente maggiore
Sergente maggiore
Messaggi: 1731
Iscritto il: 16/10/2013, 17:26
Località: Milano

Re: SAFAR

Messaggio: #15520 I2MZC
21/07/2015, 7:58

E' vero Edoardo, ma resta il fatto che la Germania la guerra l'ha persa e che le imposizioni saranno state ancora più dure, mentre l'Italia no. Una soluzione all'italiana, da voltagabbana che certamente non ha giocato a nostro favore: gli italiani sono inaffidabili !!! Da qui un sacco di conseguenze negative, aggiunte alla condotta dei finti liberatori!
Carlo
Immagine ARO # 554/2 Carlo

Avatar utente
iz2zph
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2511
Iscritto il: 20/09/2013, 15:48
Località: sondrio
Contatta:

Re: SAFAR

Messaggio: #15527 iz2zph
21/07/2015, 12:41

Ciao
per clausole segrete intendete quelle non divulgate dopo Cassibile oppure quelle del trattato di pace del 1947?
Paolo IZ2ZPH
ImmagineImmagineImmagine
... sono ALLERGICO alle radio francesi ...

Avatar utente
IK0QDQ
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2184
Iscritto il: 16/06/2013, 0:24

Re: SAFAR

Messaggio: #15532 IK0QDQ
21/07/2015, 22:48

ENTRAMBE nel loro complesso
Edoardo

PS: dopo l'entrata dell'Italia nella nato (cioè dopo che gli americani furono sicuri di poter agevolmente controllare militarmente il territorio italiano) le clausole furono ampiamente attenuate.
Ma rimase un divieto "virtuale" a gestire produzioni strategiche in proprio. Si veda la fine che ha fatto la SGS nel campo dei semiconduttori. La fine che hanno fatto Mattei e Ippolito nel settore dell'energia. Solo per citare tre dei casi più eclatanti.
Immagine # ARO 440/0 Immagine Edoardo IK0QDQ

Avatar utente
IK0QDQ
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2184
Iscritto il: 16/06/2013, 0:24

Re: SAFAR

Messaggio: #15533 IK0QDQ
21/07/2015, 23:14

Ho dimenticato di aggiungere un altro particolare che finora nessuno ha sottolineato.
A mio avviso al miracolo economico italiano oltre a quanto a quanto detto nel dotto trattato citato da Tonino, hanno concorso due fatti: lo sviluppo demografico e la formazione scolastica laica.
Come spesso accade, eventi sviluppati da un regime totalitario con determinati intenti, si evolvono in modo completamente diverso da quello per cui erano stati ideati.
Infatti in una famiglia con molti figli tra questi si sviluppa una sana competizione che forgia una personalità ben diversa da quella del nevrotico "pupo de mamma" che è il modello dell'attuale maschio italico, senza più nessuna capacità di lottare per la sopravvivenza e per il miglioramento, sia individuale che collettivo.

E che dire della scuola messa in piedi da Gentile che ha permesso di alfabetizzare un intero popolo e ha creato il corpo insegnante capace di formare quella schiera di tecnici di medio e alto livello che gli imprenditori si sono trovati a disposizione subito dopo la guerra??? La selezione nei mitici istituti tecnici romani degli anni 50/60 era tale che partimano in media undici prime ed arrivavano al diploma sei quinte quinte. ( i diplomati erano tutti al lavoro dal primo settembre!!!!!!!)

Con buona pace dei "compagni" la cultura non è ne di destra ne di sinistra e a forza di dare sei politico, di far scappare dalla scuola i liberi pensatori, di dare cattedre in funzione della tessera di partito, ci siamo ridotti a dover importare dall'oriente oltre alle cineserie anche ingegneri e periti industriali.
Vengo da una famiglia di fede Mazziniana, quindi sicuramente non posso essere tacciato di apologia di regime, ma sicuramente, la responsabilità della distruzione della scuola italiana inizita dopo il 1968, con il patto cattocomunista, è una tragedia superata solo dallo scempio che i Talebani fanno della cultura.

Edoardo
Immagine # ARO 440/0 Immagine Edoardo IK0QDQ

lorenzo tonioli
Caporale
Caporale
Messaggi: 317
Iscritto il: 02/02/2014, 10:03

Re: SAFAR

Messaggio: #15535 lorenzo tonioli
22/07/2015, 20:38

Scusate, ma forse si sottovaluta un po' il periodo dal 1935-36 al 1943 ovvero l'autarchia post-sanzioni per la guerra d'Etiopia; quando molte aziende piccole e grandi prosperarono oltre misura con le commesse militari magari ottenute in modi non legali e trasparenti (eufemismo per mazzette) realizzando produzioni di scarsa qualità o affidabilità. O superate dal progresso tecnico degli altri belligeranti.
Non c'è bisogno di ricordare i carri medi a scafi imbullonati anziché saldati, i biplani prodotti ancora nel 1943, le scarpe di cartone e i cappotti di lana autarchica e via andare.

Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: SAFAR

Messaggio: #15537 IZ8YRR
23/07/2015, 0:09

Lorenzo ha ragione. In questi giorni ho consultato la Treccani, appendice 1938-48, voce "industria". Tra i tanti problemi che l'industria italiana ha dovuto affrontare nell'immediato dopoguerra (mancanza di capitali, di commesse, norme su norme spesso in antitesi l'una con l'altra), vi sono state ad esempio alcune norme come il blocco dei licenziamenti. Per aziende che si erano consolidate in un clima "artificioso" quale quello autarchico, e cresciute a dismisura durante il periodo bellico (SAFAR aveva raggiunto oltre 3000 dipendenti), trovarsi subito dopo senza commesse e con tutta la forza lavoro a libro paga non era sicuramente un viatico per il futuro. Gli Stati Uniti avevano iniziato a fornire, a partire dal 1947 una serie di aiuti economici per ricapitalizzare le imprese e l'economia in generale, aiuti che nel 1949 vennero poi inquadrati nel programma ERP (European Recovery Program, conosciuto anche come piano Marshall). La scelta su dove convogliare questi aiuti, nel clima di resa dei conti dell'immediato dopoguerra di sicuro non ha privilegiato aziende accusate di essere state "collaborazioniste". Una di queste era sicuramente la SAFAR, per cui il suo destino era segnato. 

Tonino
Tonino


Torna a “Fabbricanti”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite