I radar italiani

Apparati che hanno fatto la storia, racconti e altro sulla storia della radio.
Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18871 IZ8YRR
08/05/2016, 12:05

Dai magazzini del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano è uscito fuori il prototipo del radar Folaga (ex RDT4, poi ribattezzato "Livorno"), progettato da U.Tiberio (RIEC) e realizzato con la collaborazione di F.Vecchiacchi (FIMM) nel periodo che va dal 1940 al 42. Il contributo tecnico di Vecchiacchi fu notevole, soprattutto per la parte trasmittente, poiché aveva già realizzato per conto della FIMM il ponte radio Milano-M.Cimone operante a 150-220 MHz, e parte del sistema televisivo dimostrativo, messo in funzione presso la torre Littoria di Milano nel 1939.

La consolle faceva uso di un tubo a raggi catodici sperimentale di produzione FIVRE, a coordinate polari con deviazione magnetica (secondo gli schemi di U.Tiberio), ed elettrodo ausiliario per il segnale video (si vede al centro dello schermo, insieme al terminale di collegamento). Probabilmente fa parte di una serie di apparati che F.Soresini riuscì a salvare dalla rottamazione nell'immediato dopoguerra, insieme ai due televisori FIMM RV175 e RV300, anch'essi esposti nel museo.

Si possono identificare i seguenti elementi della consolle (pannelli dall'alto in basso):

1) pannello visore, con tubo RC, regolazioni di luminosità e fuoco, centratura, e 3 strumenti indicatori per la corrente e tensione anodica del trasmettitore, e tensione dei filamenti. Probabilmente contiene anche il generatore impulsi.

2) pannello del ricevitore, con i comandi di sensibilità, "volume" (ampiezza del segnale video), e regolazioni separate per la sintonia del circuito di preamplificazione RF, miscelatore, oscillatore locale.

3) pannello trasmettitore (?), forse basato sui triodi RCA tipo T800 (sempre secondo gli schemi di U.Tiberio). Successivamente, grazie al contributo di N.Carrara, verranno utilizzati i triodi FIVRE UC-150.

4) pannello alimentatore anodico e modulatore (?), con volantino di comando e interruttore automatico.

Rispetto la foto che Mario ha postato precedentemente (vedi 02/10/14), si può notare che sono scomparse le manopole demoltiplicate sul pannello del ricevitore, e lo strumento di misura.

Allego due schemi presi da un report dei National Archives inglesi, "MOST SECRET", datato 2.11.1943 (parte della serie "War at Sea, vol.III, part 1) che riguardano l'apparato radar identificato come RDT5 "Folaga", installato in due esemplari a Taranto: un modello sperimentale nel giugno del '42 installato a S.Vito, ed uno di produzione nel luglio del '43.

Il primo schema riguarda il ricevitore, che fa largo uso dei triodi 955 e pentodi 954 in circuiti di tipo bilanciato, e delle 1851 e 1853 come amplificatori video a larga banda. Il ricevitore della consolle in oggetto dovrebbe essere molto simile a questo. Sappiamo poi che il Folaga di serie faceva uso delle successive EFF50.

Il secondo schema contiene i circuiti del visore e del generatore impulsi. Il tubo, come detto, era un modello sperimentale di produzione FIVRE, modello 1001.

Tonino IZ8YRR

Il progetto GLAM Museoscienza è una collaborazione tra Wikipedia e il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Grazie a questo accordo, siglato nel 2015, il museo si è impegnato a donare contenuti a Wikipedia e immagini di qualità con licenza CC. Una prima serie di contenuti viene presa proprio dal catalogo delle collezioni tecnico-scientifiche. Un grazie quindi a chi si sta impegnando in questo lavoro.

https://commons.wikimedia.org/wiki/File ... Milano.jpg
https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_naz ... o_da_Vinci
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Tonino

Stefano Sappino
Allievo
Allievo
Messaggi: 5
Iscritto il: 16/04/2016, 1:25

Re: I radar italiani

Messaggio: #18873 Stefano Sappino
08/05/2016, 15:26

Buongiorno a tutti, e grazie dell'accoglienza in questo forum così splendidamente documentato. Lo ho trovato facendo ricerche sul radiotelemetro Gufo G.III, nel quale mi sono imbattuto mentre studiavo gli ultimi disegni navali per la Regia Marina (la storia navale è il mio campo di interesse).

Cernuschi afferma che il G.III, oltre ad essere più avanzato come caratteristiche tecniche, era anche in grado di guidare il tiro navale. L'aiuto che chiedo agli esperti del forum è relativo alla documentazione che attesti queste capacità, ed eventuali schemi/foto relativi a tale capacità (anche in relazione al collegamento con le centrali di tiro esistenti all'epoca).

Ringrazio tutti anticipatamente dell'attenzione e dell'aiuto.

Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18875 IZ8YRR
08/05/2016, 16:02

Ciao Stefano.
Ho letto anch'io della capacità del radar GIII di poter seguire automaticamente i bersagli, ma al momento non ho trovato nessun riscontro documentale. Il GIII era l'evoluzione del Gufo EC3/ter, sia per quanto riguarda l'antenna (si passava dalle due trombe ad un unico riflettore parabolico dotato di dispositivo di commutazione dell'antenna tra TX e RX), e di qualche miglioramento nella generazione degli impulsi. Questo apparato verrà prodotto dalla SAFAR durante il periodo dell'occupazione tedesca nel nord italia.

Per i dettagli tecnici, ed ulteriori informazioni, ti consiglio di leggere l'archivio SAFAR di Castioni, curato dal prof. Galati. Vedi a pag.46 l'elenco degli apparati componenti, e delle caratteristiche tecniche. Da altro documento (vedi libro "cent'anni di radar, Galati) sappiamo che alcuni apparati furono ordinati dal Sonderstab Marine di Como il 15/01/44, per equipaggiare alcune imbarcazioni della kriegsmarine (Cent'anni di Radar, I Radar Industriali, citaz. pag.27). Questi apparati vennero consegnati alla Funkmess-Kompania 61 Ravenna, ricevuta firmata dal Funkmaat Kettel Heinz 10 gennaio 1944. Altro ordine (se non lo stesso) è quello del 15/02/44 per 3 apparati completi di fernsteuerungsanlage (il Radar e la Guerra Aerea di N.Arena, 1976).

Ora, fernsteuerungsanlage si traduce con "sistema di controllo a distanza". Forse si tratta proprio di questo dispositivo accessorio quello citato da Cernuschi. So che la Xª MAS o la Marina Nazionale Repubblicana faceva uso di almeno 3 radar per fare da supporto alle operazioni condotte con i MAS.

Nota integrativa:
Il Gufo G.III fu installato sulle Cs 2201, 2202, 2206, 2209 della kriegsmarine. da "Il Radar, La Guerra Aerea", N.Arena, pag.246. Queste unità facevano parte di una serie di imbarcazioni civili convertite, quali ex pescherecci e piccole navi da trasporto. Furono inquadrate e immatricolate nella serie 22. U-Bootsjagdflottille. Questa la lista completa:

2201 - ex Bois Rose (F829)
2202 - ex Jutland (BX5769)
2207 - ex Cap Nord (F822)
2209 - ex Minerva (LH2328)


Per quanto riguarda il Gufo, il pannello con il visore era montato su una "colonnetta" costruita dalla Galileo, che serviva a comandare la piattaforma Rdt. I ripetitori di posizione potevano poi essere connessi con la centrale di tiro, che veniva "avvisata" dell'inserzione mediante un apposito pedale. In campo terrestre questo invece era già stato fatto con il radar Veltro, predisposto sin dall'origine per essere collegato direttamente alla centrale di tiro antiaerea BGS '43 (Borletti San Giorgio Galileo).

Tonino

http://radarlab.uniroma2.it/stscradar/a ... 0safar.pdf
http://radarlab.uniroma2.it/stscradar/r ... triali.pdf
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Ultima modifica di IZ8YRR il 09/05/2016, 8:15, modificato 2 volte in totale.
Tonino

Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18877 IZ8YRR
08/05/2016, 16:31

Questa è invece la "colonnetta" Galileo sulla quale veniva installato il pannello oscillografico SAFAR. Il volantino comanda la manovra a mano per il "brandeggio". Una serie di ripetitori provvede a trasmettere i dati di brandeggio e distanza misurati dal radiotelemetro: 3 trasmettitori di brandeggio - (L) 1000°, (M) 360°, (V) 30°), 2 trasmettitori di distanza (comandati da un volantino laterale) (L): 15000 mt, (V) 3000 mt. Un pulsante a pedale provvede a segnalare l'inserimento della piattaforma Rdt alla centrale di tiro.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Ultima modifica di IZ8YRR il 09/05/2016, 8:33, modificato 1 volta in totale.
Tonino

Avatar utente
IK0QDQ
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2184
Iscritto il: 16/06/2013, 0:24

Re: I radar italiani

Messaggio: #18882 IK0QDQ
08/05/2016, 23:48

Seguendo questo post mi stò rendendo conto di "quante cose non sapevo" sulla evoluzione dello studio dei radar in Italia.
La cosa che comunque mi ha colpito di più e che mi rattrista profondamente, non è tanto in quello che si "sararebbe potuto fare" ma non si è fatto, ma la tendenza a cancellare il passato, la poca o nulla volontà di conservare documentazione.
E' troppo facile, ora, dire che tutto questo ci porterà all'annientamento. E' umiliante che per avere notizie sugli studi fatti in Italia si debba ricorre agli Archivi Nazionali degli Stati Uniti o a quelli del Museo Imperiale britatannico!!!!!!!!!!!!!

Edoardo

PS: Provate a chiedere al Museo Navale di La Spezia documentazione sull'Ondina........
Immagine # ARO 440/0 Immagine Edoardo IK0QDQ

Avatar utente
iz2zph
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2511
Iscritto il: 20/09/2013, 15:48
Località: sondrio
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18886 iz2zph
09/05/2016, 7:56

Ondina chi? :P :P
A parte le battute era ora che emergesse qualcosa di concreto!
Paolo IZ2ZPH
ImmagineImmagineImmagine
... sono ALLERGICO alle radio francesi ...

Avatar utente
IZ8YRR
Sergente
Sergente
Messaggi: 782
Iscritto il: 12/06/2014, 14:59
Località: Roma
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18887 IZ8YRR
09/05/2016, 8:28

Caro Edoardo, quelli sono i vincitori, e chi vince detta legge. Ad ogni modo, grazie ai loro archivi oggi si riesce a trovare documentazione (grazie anche al fatto che sono passati oltre 50 anni, e molti documenti siglati TOP SECRET sono ora di pubblico dominio). So che negli archivi inglesi (consultabili on-line) ci sono report anche sulle varie apparecchiature radio. Un periodo completamente oscuro è invece il periodo dell'occupazione tedesca, e della RSI, che è stato completamente rimosso dalla nostra storia. Tutte le grandi aziende che lavorarono per i tedeschi in quel periodo bruciarono gli archivi a fine guerra. Basti pensare alla Marelli, che non conserva traccia degli apparati radar sviluppati in quel periodo. L'archivio SAFAR fu salvato da Castioni, quello Allocchio Bacchini scomparso. Infine, per quanto riguarda la nostra "trasparenza" nel fornire informazioni, basti pensare che l'Italia è uno dei pochi paesi che non ha ancora messo on-line i brevetti sul sito dell'EPO, perchè da noi quella è materia di avvocati, notai, studi vari, associazioni di categoria ecc. Perciò va dato un grazie a chi si sta impegnando, grazie all'accordo tra Wikipedia e il Museo Leonardo da Vinci, per rendere pubblico una serie di "contenuti" che in alcuni casi si trovano ancora chiusi nei magazzini. Questo andrebbe fatto anche per gli archivi di stato.
Tonino.
Tonino

lorenzo tonioli
Caporale
Caporale
Messaggi: 317
Iscritto il: 02/02/2014, 10:03

Re: I radar italiani

Messaggio: #18900 lorenzo tonioli
09/05/2016, 18:21

Lo stato effettivo degli archivi industriali italiani è - come minimo - nebuloso.
So dell'archivio di una ditta piemontese di veicoli civili e militari (non dico quale, comunque non è la Fiat) dato per disperso da tempo, dopodiché anni fa su E-Bay saltarono fuori disegni su disegni, tutta roba originale evidentemente recuperata all'epoca da qualche "lungimirante".

Stefano Sappino
Allievo
Allievo
Messaggi: 5
Iscritto il: 16/04/2016, 1:25

Re: I radar italiani

Messaggio: #18911 Stefano Sappino
10/05/2016, 15:28

Grazie molte per le informazioni; l'archivio SAFAR è quello che avevo trovato e mi ha condotto qui :).
Tonino grazie, mi hai dato informazioni preziose, alcune che non sapevo (come l'installazione sulle "vedette" post armistizio della KM). Posso aggiungere solo che, anche qui da un archivio privato, ci sono evidenze della prevista installazione di un G.III su una unità maggiore della RM, purtroppo senza dettagli, e questo mi fa pensare che il tema del raccordo con la centrale di tiro fosse stato quanto meno affrontato.

Un'altra domanda: è certo che lo sviluppo del radar (mi riferisco agli studi di Tiberio fino al 1941) sia stato rallentato dalla difficoltà nel reperimento di elementi di potenza e non da problemi di teoria. Le cose sarebbero andate diversamente se il Governo/le autorità militari avessero aumentato la pressione sulle industrie prima della costituzione della RaRi? Ovvero, le industrie avevano anche esse limiti tecnologici ai tempi, poi superati, oppure si sono mosse solo quando hanno visto i soldi? :D

Avatar utente
IK0MOZ
Capitano
Capitano
Messaggi: 5150
Iscritto il: 08/06/2013, 19:01
Località: Tivoli (Rm)
Contatta:

Re: I radar italiani

Messaggio: #18913 IK0MOZ
10/05/2016, 16:07

Secondo la stessa ammissione di Tiberio "il ritardo di un paio di anni" è stato dovuto alla iniziale scelta della "modulazione di frequenza derivato dal noto metodo Appleton e Barnet". A questo sicuramente vanno aggiunti i limiti di una tecnica ancora inesplorata e la mancanza di un adeguato numero di tecnici a cui affidare studi e lavori. Per ultimo non possiamo non accennare ai problemi industriali e burocratici. Nel carteggio SAFAR troviamo una comunicazione dove la ditta dice di avere pronti 3 apparati sollecitandone il ritiro poichè per problemi di spazio (se non consegna) non riesce a completare altri 3 complessi.
ImmagineImmagine # ARO 301/0Immagine WS 19 Group # 15 Mario IK0MOZ


Torna a “Storia e Fatti”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti