I radar italiani

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Re: I radar italiani

Messaggio: #17734 IK0MOZ
19/02/2016, 20:17

Nel mio post prima delle sigle degli apparati ho messo un "sembra" perche la fonte della info (una pubblicazione di N.Arena) per quanto riguarda elettronica ogni tanto sbandava. Non conosco in dettaglio l'AN/APQ-7, ma l'ho sempre associato per senzazione al B-29. Con riferimento ad una eventuale e possibile "sbandata" la sigla potrebbe essere non corretta per un problema di lettura o tipografico e magari potrebbe trattarsi di un AN/ARQ-7 che se non sbaglio era un Jammer che lavorava sulla frequenza del FUG-16. Giorgio che ne dici ? - Mario
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iw5cai
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Re: I radar italiani

Messaggio: #17746 iw5cai
21/02/2016, 1:47

Ciao Mario
non sbagli quando fai riferimento al B-29, lo AN/APQ-7 divenne pienamente operativo nel 45, nell'ultima parte del conflitto contro il Giappone ma la lunga sperimentazione di questo apparato iniziò negli ultimi mesi del 42 per terminare soltanto nel 45 e divenendo pienamente operativo proprio sui B-29. La sperimentazione di questo radar panoramico per navigazione e per il bombardamento di precisione,era asservito al dispositivodi puntamento, fu realizzata sugli aerei disponibili al momento e precisamente e principalmente su B-24, un solo B-17 fu coinvolto, ed anche questi in numero molto limitato. Gli aerei appartenevano alla 12°AAF di stanza, allora, nel Nord Africa che successivamente, con l'evoluzione della situazione, fu trasferita in Sud Italia e, all'occasione, rinominata come 15°AAF. Il nostro B-24 di Panchino, proveniva appunto dal Nord Africa e per combinazione era uno di quelli dotati di quell'apparato. Per lo AN/APQ-7 furono testati vari tipi di antenne compreso quella dei "250 dipolini", al fine di ottenere la maggiore definizione possibile dell'immagine ed il lobo di radiazione più adatto per la navigazione e per il bombardamento. Allego il disegno di Curcio dove e ben evidenziato il tipo di antenna utilizzata e la relazione sulla sperimentazione redatta nel 45, purtroppo in inglese.
giorgioiw5cai
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Re: I radar italiani

Messaggio: #17747 IK0MOZ
21/02/2016, 15:11

Il B-24 è rimasto a Guidonia per circa 3 mesi, quindi sicuramente e abbondantemente studiato dai nostri tecnici in tutte le sue parti. Sicuramente sono state stilate delle relazioni che forse sottratte o dai tedeschi (rimasti a Roma fino al 4/6/44) o dagli alleati (successivamente a quella data) resta il fatto che ad esclusione di qualche foto niente resta dell'avvenimento. Curcio nel 1993 ancora aveva delle foto scattate all'interno e dei disegni in cianografia di grosso formato. Le diede ad un conoscente il quale nella intenzione di fare un articolo su una qualche rivista mi interpellò per avere dei dettagli storici. Io diedi la mia disponibilità, ma per quanto ne so non fece nulla. Da questo penso che della numerosa quantità di materiale elaborato nell'occasione si sia tenuto qualche avanzo che ancora aveva dopo 50 anni. Curcio ha collaborato sia con Pesce che con Arena e qualche cosa ha preso quella direzione (Arena aveva anche una copia della relazione sul Rotterdam) e a suo dire altre cose le aveva date al museo di Vigna di Valle (IFF ????). mario
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lorenzo tonioli
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Re: I radar italiani

Messaggio: #17748 lorenzo tonioli
21/02/2016, 16:03

L'ingegner Dante Curcio morì nel 2008 a quasi 95 anni, del tutto lucido, gli sopravvive la figlia Fiammetta che penso sia contattabile (se qualcuno è interessato mi contatti privatamente).

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Re: I radar italiani

Messaggio: #17806 IZ8YRR
28/02/2016, 20:54

Curcio ebbe modo di analizzare e provare in volo su Berlino un H2S originale inglese (il "Rotterdam Gerate"). Poi i tedeschi riuscirono a procurarsi anche un AN/APS-15, che era la versione USA dello H2S. L'apparato fu ribattezzato "Meddo", poichè fu trovato vicino all'omonimo villaggio, in Olanda. http://www.cdvandt.org/aps-15-meddo.htm

Sul sito dello Smithsonian National Air and Space Museum c'è una dettagliata immagine del ricevitore/display R-78A/APS-15 http://airandspace.si.edu/explore-and-learn/multimedia/detail.cfm?id=A20070044000&file=A20070044000cp05.jpg&name=R-78A%20Receiver-Indicator,%20AN/APS-15%20Radar%20Equipment

Dello APQ-7 "Eagle" installato sul B-24 catturato in Italia non ne sapevo nulla. Si tratta comunque di un apparato radar dotato di un'antenna molto sofisticata e innovativa per l'epoca, frutto della geniale intuizione di Luiz Alvarez, poi premio nobel nel 1968. E' a tutti gli effetti il primo "phased array" installato su un velivolo. L'antenna, di tipo fisso, eseguiva una scansione elettrica di +/-30° in circa 700 msec. Il fascio aveva un'apertura di 0.5° in azimuth, mentre il diagramma verticale seguiva un profilo a cosecante quadrata fino a 70° in basso. Il radar era stato concepito per la navigazione e il bombardamento di precisione. Ulteriori informazioni le trovate a partire da pag.291 del volume n.1 del MIT, "Radar System Engineering", 1947.

Nonostante il suo ampio curriculum (vedi Wikipedia), Luiz Alvarez divenne un personaggio "popolare" quando suo figlio, il geologo Walter Alvarez scoperse nel 1979 un sottile strato di iridio in una gola nelle vicinanze di Gubbio. Lo strato risaliva al cretacico. Il padre suggerì che questo metallo, così raro sulla Terra, era di provenienza extraterrestre, ed era stato diffuso su tutto il pianeta dall'impatto di un grande asteroide 65 milioni di anni fa. A questo evento fu quindi attribuita l'estinzione dei dinosauri, per via dei cambiamenti climatici che seguirono. Il cratere d'impatto fu poi localizzato nella penisola dello Yucatán.

Allego un'immagine dell'antenna dell'Eagle installata su un B-24 (foto trovata in rete).

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Re: I radar italiani

Messaggio: #17980 SWL I013198
17/03/2016, 16:21

A proposito di B-24 c'è stato anche un altro episodio. Durante il conflitto, in Spagna atterrarono molti aerei alleati (x errore, x danneggiamenti ma anche per diserzioni). Tutti questi aerei erano ammassati in un unico posto e sorvegliati. Siccome questi aerei potevano contenere cose interessanti gli italiani, con la connivenza non ufficiale degli spagnoli, organizzarono una missione segreta per prelevare da questi aerei informazioni e materiali interessanti. Fra questi aerei c'era appunto un B-24 sul quale era montato una versione dell'ASV. Di questo fatto mi sembra ne parli anche Pesce in qualche suo libro, ma cercherò fra la mia documentazione e nei limiti sarò piu preciso. Lino
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Re: I radar italiani

Messaggio: #17988 SWL I013198
17/03/2016, 16:41

Parlando di RaRi italiano vedo che si parla sempre degli apparati SAFAR o Marelli. Siccome io ho il pallino della Aeronautica e ho notato che quando si legge sugli studi fatti a Guidonia presso la DSSE (Direzione Superiore Studi e Esperienze) che era un po la NACA Italiana sui radar vediamo citati l'Argo, Arghetto, Razza, Lepre..... Bene, mentre sugli apparati SAFAR e Marelli (grazie anche a Tonino) abbiamo visto foto, schemi, caratteristiche, dettagli tecnici sugli apparati di Guidonia niente. Ma non niente sul foro, ma niente da nessuna parte. Io di libri ne ho parecchi e oltre a nomi e citazioni in qualche caso discordanti nessuna foto, nessun disegno, nessun dato certo. Solo chiacchiere. Non credo che su uno studio cosi lungo e complesso e che ha coinvolto molta gente non sia rimasto niente o che sia andato distrutto tutto. Bufala ????? Importante avere il vostro parere e magari qualche rassicurazione. Lino
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Re: I radar italiani

Messaggio: #18024 IZ8YRR
19/03/2016, 13:58

Lino, un radar sviluppato a Guidonia fu il Folaga, poi prodotto industrialmente dalla Marelli. C'erano due modelli: il Folaga/Livorno/RIEC e il Folaga/Guidonia. Argo e Arghetto erano progetti per radar del tipo ASV. Da quel poco che so, il DSSE si occupò soprattutto di antenne, e non delle apparecchiature elettroniche, che venivano commissionate alle note ditte. Di originale ho solo uno dei quaderni "atti di Guidonia", riguardo la stabilizzazione degli oscillatori. Ad ogni modo cercherò di documentarmi meglio. Tonino
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Re: I radar italiani

Messaggio: #18031 IK0MOZ
19/03/2016, 23:19

Qualche info sull'ARGO:
Radiolocalizzatore per avvistamento lontano. Costruito dalla DSSE/Guidonia nel 1942. I tecnici coinvolti furono
-Ing. Piccinini : Sovraintendente e parte trasmittente
-Ing Niutta : Ricevitore
- Ing. Curcio : Generatore d'impulsi
- ing. Barzilai e Peroni : Sistemi irradianti
- Tecnici Serroni, Valota, Dispes, Dell'Aira e La Rosa : Parte oscillografica, meccanica e servomeccanismi.
Frequenza di funzionamento 214 MHz modulato a 500 impulsi/secondo. Portata 250-300 Km. Presentazione con due oscilloscopi uno per l'azimut l'altro per la distanza. Il ricevitore supereterodina a doppia conversione utilizzante valvole EFF50. Le antenne (Ricevente e trasmittente) erano indipendenti e costituite da cortine di dipoli verticali montati su un piano di lamiera forata che fungeva da riflettore passivo e da supporto. Il complesso era piuttosto ingombrante e era montato su due pianali gommati (uno per le antenne e il secondo per la cabina di comando).
Ne furono costruiti due. Il primo era il prototipo il secondo era il modello preserie con alcune modifiche e miglioramenti. Il secondo fu sottoposto ad un intenso ciclo di valutazione e quindi istallato a Pratica di mare per prove pratiche. Sembra che dopo i noti fatti accaduti l'8 settembre 43 l'ARGO fu catturato dai tedeschi, smontato e spedito a Kothen per analisi.
Secondo i piani la produzione era stata assegnata alla Marelli.
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Re: I radar italiani

Messaggio: #18035 IZ8YRR
20/03/2016, 18:31

Sui radar sviluppati a Guidonia, presso il DSSE, allego qualche foto presa dal libro di N.Arena "Il Radar La Guerra Aerea", S.M. Aeronautica, 1977. Nella prima foto si vede l'antenna di Argo 1. A sinistra il Cap. Ing. Niutta, a destra il S.Ten. GARI Berti. Nella seconda foto, sempre davanti l'antenna di Argo si vedono i Cap. Ingg. Piccinini (a sinistra) e Niutta (a destra).
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