Digressione sui radioricevitori USA preWWII

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iz0mfi
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12911 iz0mfi
17/02/2015, 15:06

IK0QDQ ha scritto:Il Montù, come del resto l'Olivieri & Ravelli erano i due testi ufficiali di Radiotecnica e di Elettrotecnica dell'Istituto dove ho studiato a cavallo degli anni cinquanta e sessanta. Il titolare dela cattedra Prof. Carlo Alberto Tiberio (non abbiamo mai saputo il grado di parantela, se mai ci fosse stato, con il più noto Ugo) comunque faceva lezione con dei suoi appunti che derivavano da una libera traduzione del classico F. Terman.
Una ragione a ciò ci sarà pur stata.
I nostri, sicuramente molto preparati, scrivevono per il piacere di mostrare la loro cultura, mai per far capire le cose. Il risultato è che per apprezzare il Montù, come del resto moltissimi altri testi italiani, ho dovuto aspettare molti anni. In giventù li ho sempre odiati, preferendo a loro testi anglosassoni, anche se scritti in una lingua che non era la mia.
Comunque, per onestà, c'è da dire che se oggi sono capace di calcolare e avvolgere qualsiasi tipo di trasformatore per uso radieletrico è perchè ho cercato di capire fino in fondo quello che c'è scritto sul libro del Montù. Mi vanto comunque di aver risparmiato ai miei allievi la tortura che ho subito, e di aver reso loro la vita molto più comoda lasciandigli degli appunti , tradotti dal libro del Montù , in un italiano comprensible.

Edoardo


In effetti credo che il fatto sia dovuto al motivo per cui sul "Montu" ho qualche vota individuato degli argomenti trattati con alcune frasi quasi tradotte dall'Hambook del 1941 che mi hanno fatto pensare ad una traduzione troppo letteraria e forse per questo dai concetti contorti e poco chiari ma, devo riconoscere che anche per me e' stato l'unico testo dove ho trovato le giuste indicazioni per porzionare la modulazione AM delle griglie schermo rispetto quella applicata alle placche ovviamente con il giusto carico per la costruzione del mio push-pull per i 40 mt.
73' Marco
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12918 IK0MOZ
17/02/2015, 17:38

Al Galilei andava di moda il "Malatesta". Caratteristica del libro: grosso formato, caratteri importanti, bei disegni e schemi, ma principalmernte testo a prova di scemo. Se non capivi quello che c'era scritto l'unica alternativa era cambiare specializzazione. Ottimo ricordo.
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12936 IK0QDQ
18/02/2015, 9:51

E' sicuramente vero, per rispondere alle interrogazioni il Malatesta era ottimo, ma all'epoca avevo il fuoco sacro del saldatore "facile" e sul Malatesta era difficile trovare esempi applicativi (a 17 anni , ovviamente non c'era l'esperienza) !!!!!

Edoardo
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12937 IK0MOZ
18/02/2015, 10:23

E' vero, un testo tipicamente scolastico, ma se ben assimilato era una base molto importante (specie per chi sarebbe andato avanti...). All'epoca dall'Ist.Tecnico non si accedeva direttamente all'Università (Riservata ai liceali). Da quanto ricordo una ventina di pagine sulla mutua induzione, argomento alquanto ostico. Nessuna menzione sui semiconduttori. La mia edizione era addirittura firmata dall'autore.
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12944 iz0mfi
18/02/2015, 12:09

IK0QDQ ha scritto:E' sicuramente vero, per rispondere alle interrogazioni il Malatesta era ottimo, ma all'epoca avevo il fuoco sacro del saldatore "facile" e sul Malatesta era difficile trovare esempi applicativi (a 17 anni , ovviamente non c'era l'esperienza) !!!!!

Edoardo



Beh allora il terzo volume del Montu' era perfetto ! Anche oggi regge bene il prezzo ;-)
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Re: Digressione sui radioricevitori USA preWWII

Messaggio: #12962 IK0QDQ
19/02/2015, 19:21

Ricordo bene quei tempi in cui per entrare a Fisica dovetti fare un esame integrativo e ricordo pure come per la mia ingenuità pessi un anno. Infatti il primo anno tentai a ingegneria, ma arrivai cinquantunesimo su cinquanta posti (primo dei non raccomandati). Allora, per non perdere l'allenamento allo studio, mi iscrissi all'unica università tecnica allora permessa.
L'Istituto Superiore Navale di Napoli. facendo avanti indietro due volte a settimana riusci a dare un paio di esami. Poi l'anno dopo tentai a Fisica dove (sempre senza raccomandazioni) arrivai quarto. Ora benedico il destino che mi ha spinto a fare questa facoltà, di cui sono pienamente soddisfatto.
Edoardo
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