Edoardo,
sulle valvole per il Burndept se n'era già parlato tempo fa. Comunque ho ampliato la ricerca, ed ho trovato anche un libro sulle valvole inglesi con qualche dato in più (Thrower, British Radio Valves: the classic years 1926-1946)
La Burndept cominciò a produrre valvole nel 1925, chiedendo l'affiliazione alla "Valve Manufacturer's Association" (VMA). Riporto i due paragrafi tratti dai due volumi di Throwers [1][2]. Trovare queste valvole penso sia estremamente difficile, visto il breve periodo in cui sono state prodotte. Qualcuna è stata venduta insieme ad altri tipi in aste di oggetti antichi, ma chissà in quali condizioni. Bisognerà trovare un equivalente dello stesso periodo.
Da un articolo pubblicato su Wireless World settembre 1925 (che allego), ho estratto i dati sulla L525.
1 - Thrower, British Radio Valves, The Classic Years 1926 - 1946
https://nvhrbiblio.nl/biblio/boek/Throw ... 6-1946.pdf
2 - Thrower, Radio Valve Data (supplement), 1926 - 1946
https://nvhrbiblio.nl/biblio/boek/Throw ... 6-1946.pdf
Tonino
L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
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Tonino
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
OK Tonino,
ne avevamo già parlato.
Ho riaperto l'argomento perché mi sembra che quanto scritto da Biagi, cambi , almeno in parte l'obbiettivo della ricerca.
Noi stavamo cercando delle valvole Burndept. Almeno la prima è invece MULLARD.
D'altra parte leggo, in quanto da te postato, che nel 1929 (anno della spedizione) la Burndept aveva già sospeso la produzione dei tubi, da più di un anno. Plausibile quindi che usasse tubi Mullard o di altro costruttore. A meno di errori di stampa, Biagi parla di S525 e non L525. Ma per la nomenclatura inglese," S" sta per shield. Quindi, a rigore, dovrebbe trattarsi di tetrodi.
Ovunque invece si parla di triodi. Le foto mostrano zoccoli a quattro piedini. Inoltre si parla di alimentazione a quattro volt.
La mullard, quindi, potrebbe essere una PM4DX sostituibile con la molto più comune A415 Philips e molte altre simili,tra cui la RRAF italica.
C'è una casa francese che produceva valvole con la prima lettera Sxxx : potrebbe essere????? Le valvole di Bf non mi creano problemi, ne ho di vari tipi più o meno tutti equivalenti.
Potrei anche usare il set di riserva dell'AR5 che, tutto sommato, ha uno schema molto simile.
Edoardo
ne avevamo già parlato.
Ho riaperto l'argomento perché mi sembra che quanto scritto da Biagi, cambi , almeno in parte l'obbiettivo della ricerca.
Noi stavamo cercando delle valvole Burndept. Almeno la prima è invece MULLARD.
D'altra parte leggo, in quanto da te postato, che nel 1929 (anno della spedizione) la Burndept aveva già sospeso la produzione dei tubi, da più di un anno. Plausibile quindi che usasse tubi Mullard o di altro costruttore. A meno di errori di stampa, Biagi parla di S525 e non L525. Ma per la nomenclatura inglese," S" sta per shield. Quindi, a rigore, dovrebbe trattarsi di tetrodi.
Ovunque invece si parla di triodi. Le foto mostrano zoccoli a quattro piedini. Inoltre si parla di alimentazione a quattro volt.
La mullard, quindi, potrebbe essere una PM4DX sostituibile con la molto più comune A415 Philips e molte altre simili,tra cui la RRAF italica.
C'è una casa francese che produceva valvole con la prima lettera Sxxx : potrebbe essere????? Le valvole di Bf non mi creano problemi, ne ho di vari tipi più o meno tutti equivalenti.
Potrei anche usare il set di riserva dell'AR5 che, tutto sommato, ha uno schema molto simile.
Edoardo
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# ARO 440/0 Edoardo IK0QDQ
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Al "Radio Olympia" del 22 settembre del 1927 veniva presentato il ricevitore Burndept Mark IV. Allego qui le note, tratte dal numero di "Wireless World" di settembre 1927.
"Short-wave Receiver (Mark IV) - A compact instrument of high-class construction designed for headphone and loudspeaker reception and covering a wave band of 12 to 100 meters. Eight special wound, plug-in coils are used to cover these wavelengths and fit into sockets in a compartment behind the front panel. This compartment also contains the valves, the rest of the receiver being covered in by partitions. This not only gives a clean appearance to the interior, but excludes dust from the variable condensers, etc. - an important precaution in short-wave work.
There are three valves, a regenerative detector, resistance-coupled L.F. amplifier and transformer-coupled output valve. In the amplifier, attention has been paid to quality of reproduction - an important point if short waves are eventually to become the medium for world-wide broadcasting - and it is claimed that the frequency response is practically uniform from 80 to 5,000 cycles. This is in no sense a freak receiver, and is just as easy to handle as one designed for ordinary broadcast wavelengths since particular attention has been paid to stability and freedom from hand-capacity effects."
Tonino
https://www.americanradiohistory.com/UK ... 927-09.pdf
"Short-wave Receiver (Mark IV) - A compact instrument of high-class construction designed for headphone and loudspeaker reception and covering a wave band of 12 to 100 meters. Eight special wound, plug-in coils are used to cover these wavelengths and fit into sockets in a compartment behind the front panel. This compartment also contains the valves, the rest of the receiver being covered in by partitions. This not only gives a clean appearance to the interior, but excludes dust from the variable condensers, etc. - an important precaution in short-wave work.
There are three valves, a regenerative detector, resistance-coupled L.F. amplifier and transformer-coupled output valve. In the amplifier, attention has been paid to quality of reproduction - an important point if short waves are eventually to become the medium for world-wide broadcasting - and it is claimed that the frequency response is practically uniform from 80 to 5,000 cycles. This is in no sense a freak receiver, and is just as easy to handle as one designed for ordinary broadcast wavelengths since particular attention has been paid to stability and freedom from hand-capacity effects."
Tonino
https://www.americanradiohistory.com/UK ... 927-09.pdf
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Tonino
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
IK0QDQ ha scritto:...Ho ancora dei dubbi solo sulle resistenze R2, R6, R7 che nelle foto di Carlo compaiono come quei tre "barilotti" sotto le rispettive valvole e che dovrebbero essere dei dispositivi di protezione che a freddo hanno un certo valore di resistenza, che con il fluire della corrente si riduce di molto, fino appunto a circa due Ohm. (NOTA in quella di La Spezia sono state cortesemente asportate, sono rimasti solo i buchi)
Trovate su radiomuseum. Ecco le famose resistenze di protezione poste in serie ai filamenti delle valvole.
burndept resistor, all-metal, screw connection
Tonino
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Tonino
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Bene in attesa di trovare proprio le originali, si possono realizzare dei "simulacri" in ottone od alluminio, completamente in C.C. e mantenere costanti tensione e corrente di alimentazione, con un alimentatore stabilizzato. Io faro così
La prima volta che vengo a Roma passo a comperare la bachelite. E ............si parte!!!!!
Edoardo
PS: (per Tonino) Neanche Simonetti, pare, avesse le idee chiare sulla posizione del verniero. Il "mio schema è il lucido di quello di Simonetti con i valori de Moscardi. Se vai alla prima pagina trovi postato quello originale (Cortese concessione di Carlo)
A presto
Edoardo
La prima volta che vengo a Roma passo a comperare la bachelite. E ............si parte!!!!!
Edoardo
PS: (per Tonino) Neanche Simonetti, pare, avesse le idee chiare sulla posizione del verniero. Il "mio schema è il lucido di quello di Simonetti con i valori de Moscardi. Se vai alla prima pagina trovi postato quello originale (Cortese concessione di Carlo)
A presto
Edoardo
# ARO 440/0 Edoardo IK0QDQ
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Allego una raccolta di pubblicità di componenti Burndept estratte dalla rivista inglese "Wireless Weekly", pubblicati intorno alla metà degli anni 20.
Tonino
Tonino
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Tonino
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Gli schemi elettrici del ricevitore Burndept finora pubblicati presentano alcune incongruenze in alcuni collegamenti. In particolare riguardo il condensatore variabile verniero e lo stadio di ingresso.
Per esperienza (ho un neutrodina Siemens Rfe24) so che il condensatore di accoppiamento con l'antenna (AERIAL COUPLING) non ha bisogno di un verniero (VERNIER), essendo un comando dal funzionamento abbastanza "lasco". Idem il comando di reazione (REACTION): questo lo si dosa fino ad arrivare all'innesco, per poi tornare indietro un poco quanto basta per disinnescare l'accoppiamento. Non resta quindi che il comando di sintonia (TUNE) a necessitare di un verniero, cosa che del resto chiunque abbia utilizzato una radio in onde corte sa.
Quindi, basandomi sulle uniche foto dell'interno del Burndept che sono state pubblicate, ho ridisegnato i collegamenti dei 4 condensatori variabili, e secondo il mio modesto parere, lo statore del condensatore VERNIER si collega direttamente al rotore del condensatore AERIAL COUPLING e allo statore del condensatore TUNE.
Quello che non è chiaro è come è connesso il rotore del VERNIER. Del resto questo collegamento era rimasto "appeso" in una prima versione dello schema elettrico (rilievo Simonetti). L'unica risposta possibile per ora è che questo sia connesso al foglio metallico che riveste la parte interna del pannello frontale, a sua volta connesso al ritorno comune (Ground). In questo modo, il verniero è effettivamente in parallelo al condensatore di sintonia.
Lo schermo invece serve a ridurre il cosidetto "effetto mano", che nei primi ricevitori, costruiti in legno e ebanite, si manifestava soprattutto quando si operava in onde corte. A tale proposito, ho le parti di un ricevitore a reazione della Pilot americana, e per azionare i condensatori variabili erano previste due aste di prolunga lunghe 20 cm in materiale isolante, proprio per attenuare il più possibile l'effetto mano.
Comunque, nel disegno si può notare anche il filo che viene dal condensatore fisso connesso a sua volta al morsetto d'antenna, che si collega allo statore del condensatore AERIAL COUPLING. I condensatori TUNE e REACTION a loro volta sono connessi come da schema elettrico: alla bobina LT (sintonia), alla bobina LR (reazione), e all'induttore AF (H.F.Choke) e all'anodo di V1.
Va notato che anche l'interno della cassetta di legno che contiene il telaio del ricevitore è foderata metallicamente, in modo da garantire una schermatura e ridurre l'influenza di oggetti vicini agli organi di sintonia.
Tonino
Per esperienza (ho un neutrodina Siemens Rfe24) so che il condensatore di accoppiamento con l'antenna (AERIAL COUPLING) non ha bisogno di un verniero (VERNIER), essendo un comando dal funzionamento abbastanza "lasco". Idem il comando di reazione (REACTION): questo lo si dosa fino ad arrivare all'innesco, per poi tornare indietro un poco quanto basta per disinnescare l'accoppiamento. Non resta quindi che il comando di sintonia (TUNE) a necessitare di un verniero, cosa che del resto chiunque abbia utilizzato una radio in onde corte sa.
Quindi, basandomi sulle uniche foto dell'interno del Burndept che sono state pubblicate, ho ridisegnato i collegamenti dei 4 condensatori variabili, e secondo il mio modesto parere, lo statore del condensatore VERNIER si collega direttamente al rotore del condensatore AERIAL COUPLING e allo statore del condensatore TUNE.
Quello che non è chiaro è come è connesso il rotore del VERNIER. Del resto questo collegamento era rimasto "appeso" in una prima versione dello schema elettrico (rilievo Simonetti). L'unica risposta possibile per ora è che questo sia connesso al foglio metallico che riveste la parte interna del pannello frontale, a sua volta connesso al ritorno comune (Ground). In questo modo, il verniero è effettivamente in parallelo al condensatore di sintonia.
Lo schermo invece serve a ridurre il cosidetto "effetto mano", che nei primi ricevitori, costruiti in legno e ebanite, si manifestava soprattutto quando si operava in onde corte. A tale proposito, ho le parti di un ricevitore a reazione della Pilot americana, e per azionare i condensatori variabili erano previste due aste di prolunga lunghe 20 cm in materiale isolante, proprio per attenuare il più possibile l'effetto mano.
Comunque, nel disegno si può notare anche il filo che viene dal condensatore fisso connesso a sua volta al morsetto d'antenna, che si collega allo statore del condensatore AERIAL COUPLING. I condensatori TUNE e REACTION a loro volta sono connessi come da schema elettrico: alla bobina LT (sintonia), alla bobina LR (reazione), e all'induttore AF (H.F.Choke) e all'anodo di V1.
Va notato che anche l'interno della cassetta di legno che contiene il telaio del ricevitore è foderata metallicamente, in modo da garantire una schermatura e ridurre l'influenza di oggetti vicini agli organi di sintonia.
Tonino
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Tonino
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Il discorso teorico è "uovo di colombo" (in questo caso tu sei Cristoforo). Il disegno esplicativo è estremamente raffinato. Mi ha impressionato più della logica stringente della spiegazione. "Tanto di cappello"
Edoardo
Edoardo
# ARO 440/0 Edoardo IK0QDQ
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
FRESCA DI STAMPA, ECCO LA REV 03 DELLO SCHEMA ELETTRICO
Edoardo
Edoardo
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# ARO 440/0 Edoardo IK0QDQ
Re: L'ETOFONO BURNDEPT (Il ricevitore dell'Ondina)
Ma ho un dubbio sulla polarità della batteria dei filamenti, infatti così com'è il potenziometro regola un tensione positiva sulla griglia della prima valvola.
Carlo I2MZC
Carlo I2MZC
ARO # 554/2 Carlo
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