RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

iw5cai
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36898 iw5cai
29/06/2020, 23:22

Durante!
giorgioiw5cai

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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36899 I2MZC
30/06/2020, 0:41

Nella desrizione parlano di aerei del tempo di guerra. Dopo la guerra non so se avevamo ancora a disposizione bombardieri come pare sia quello in foto. Poteva essere un aereo da trasporto? Le solite descrizioni con foto sbagliate? Ma...

Carlo I2MZC
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36902 IK0MOZ
30/06/2020, 11:29

Ciao Carlo, la stessa foto la puoi gia trovare a alla pag.10. Comunque si tratta di una serie di foto fatte nel 1944 in occasione della consegna del primo SM 79 alla ANR. In una foto si vedono anche i nuovi contrassegni che identificavano gli aerei della Repubblica Sociale.
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36904 IK0QDQ
30/06/2020, 14:26

E così mi torna tutto.
Sono stato ore ed ore a pensare per quale motivo avevano tolto il potenziometro del volume e l'AVC.
L'unica spiegazione plausibile è che lavorassero solo in CW. Come i marconisti dei bombardieri!!!!!!!!!

Edoardo
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36905 IK0MOZ
30/06/2020, 16:27

Confermo che l'AR18 continuò ad essere utilizzato anche dalla A.M. sugli aerei plurimotore di origine italiana. Secondo le clausole della nostra resa ci era vietato avere bombardieri quindi questi aerei furono modificati in "trasporto". L'SM79 svuotato del compartimento "bombe" e armi di difesa e l'aggiunta di qualche divanetto e finestrino divento SM79-TP (Trasporto Personalità), l'SM95, SM82, G12 rimotorizzati con i piu potenti e ora disponibili radiali Pratt & Whittney assicurarono il trasporto di merci e persone fino agli anni 60. Questi aerei in campo radioelettrico erano equipaggiati con le vecchie linee belliche italiane quindi AR-18, A320, RGM37. Il trasmettitore A320 fu aggiornato estendendo la gamma di lavoro, aggiungendo dei canali quarzati e con la possibilità di "fonia" tramite un modulatore esterno (Diventando A 320ter Q). Riguardo l'AR18 secondo le disposizioni tecniche poteva essere utilizzato al posto del BC-348.
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36906 IW1FQG
30/06/2020, 19:12

Non immaginavo che l'AR18 e l'A320 fossero rimasti in servizio fino agli anni 60. Anzi, leggendo i vari articoli delle riviste radioamatoriali del periodo (nel 1965 ero già SWL), mi ero fatto l'idea che questi apparati fossero degli scadenti macinini preistorici che non potevano reggere il confronto con i BC312 e simili. L'esterofilia italica ha radici lontane....

Ciao
Ugo IW1FQG

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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36907 I2MZC
30/06/2020, 21:08

Dunque l'AR-18 con due manopole era stato costruito durante la guerra e non dopo. In effetti le due manopole, volume e sensibilità hanno lo stesso effetto. Mettendo al massimo il comando del volume, con il comando della sensibilità si ha una regolazione da zero al massimo.

Carlo I2MZC
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36909 IK0MOZ
01/07/2020, 10:54

Il periodo 1945-1950 fu un eriodo particolarmente difficile per la ricostituita A.M. La maggioranza degli aerei utilizzabili erano i residui della R.A. e quelli fortunosamente ritrovati al Nord (ex ANR). Le cessioni alleate erano mezzi al limite della loro vita operativa e provenienti da reparti in via di dismissione (vedi i Spitfire 5 della ex-Bancan Air Force). Per questo le apparechiature radioelettriche non erano di fornitura ma solo quelli che trovavamo sugli aerei. Per la gestione e manutenzione di auesti velivoli l'AM creò un ufficioso "reparto recupero scarti" che costituita da specialisti di varia natura razzolava fra le carcasse abbandonate ai limiti dei vari campi alleati cercando di recuperare materiali utili. Per questo l'utilizzo di apparati italiani era la cosa piu semplice anche perche oltre ad avere operatori e radiomeccanici addestrati alloro uso, avevamo anche il supporto dei vari fabbricanti ancora esistenti. Successivamente con il piano MDAP le cose cambiarono e i vari complessi made in USA soppiantarono le nostre stazioni (generando fra l'altro la morte di molti noti marchi....)
Esterofilia ? si purtroppo è una nostra malattia. Ricordo che, fine annicinquanta, ( anche io SWL) cercavo un ricevitore e mi si presentò l'occasione di acquisire un R-107 inglese o un 850 A della SAFAR. Bene non mi posi il problema scelsi il cassone inglese sul quale ogni paio di mesi qualche condensatore a carta andava in CC mettendosi all'anima qualche resistenza o peggio qualche impedenza RF.
Per tornare al soggetto allego una pagine del manuale radiomeccanici dell'AM riguardo il complesso RA320/AR18
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36917 IK0QDQ
01/07/2020, 23:57

Interessanti info su come stavamo in quegli anni. Mi ero, in passato, interessato a capire con cosa fosse attrezzato il nostro Esercito, (forse ne avevamo già parlato) Fin dall’inizio (dopo l’8 settembre) quando da “nemici” passammo allo stato di “cobelligeranti” fummo riforniti con attrezzature inglesi (alla fine degli anni sessanta i militari di leva usavano ancora cinturoni e giberne con il marchio di Sua Maestà e riportavano stampigliati anni che potevano andare dal “42 al “48.
Gli apparati per comunicazione erano quasi tutti della serie WS.
Poi dopo il cinquanta, quando passammo sotto la protezione”USA”, cominciò ad arrivare tutto quello che conosciamo.
Ma torniamo all’AR18:
In questi ultimi giorni ho verificato quanto già si poteva evincere da una analisi accurata dei post sulle valvole ECH3, E1R, ECH4.
Nell’AR18, in pratica le E1R sono INSOSTITUIBILI.
Ho ricostruito il mio esemplare di AR18 come da manuale ed usando valori di componenti esattamente uguali ai valori di ”targa” (controllati prima di essere montati.) Non ho potuto provarlo con le E1R perché le mie, o hanno il filamento interrotto, o sono quasi completamente esaurite (abbondantemente al di sotto di quel 30% di cui parlava Tonino). Ho, quindi, preso per buoni i valori dichiarati sul manuale, ed ho montato le ECH4.
Il risultato è stato, a dir poco, deludente. E’ anche vero che per molti la radio “funziona perfettamente” se accendendolo c’è fruscio. Dicono anche “qualcosa si sente” se ci vuole un Volt in antenna per avere un debole segnale in altoparlante.

Veniamo alle mie misure: le tensioni sui catodi era intorno ai 3.5 Volt dove dovevano essere tra 1.5 e 2.5 ed era 16 Volt sulla finale dove doveva essere tra 4.7 e 9 Volt.
La tensione sulle griglie schermo era compressa tra i 30 e i 40 Volt quando doveva essere compresa tra gli 80 e i 90 Volt. Laddove doveva essere tra i 30 e i 60 (primo stadio di BF) arrivava a 29 Volt!!!!!!!!!!!
Ovviamente si perdeva un fattore di amplificazione di circa 10 per ogni stadio. Ciò, non ostante, “qualcosa si sentiva” !!!!.
Per avere i richiesti 50mW in altoparlante, ci volevano 70 mV sulla griglia della MF laddove ne dovevano bastare tra 5 e 6 mV. Sulla griglia della convertitrice sarebbero dovuti bastare 50/70 uV , serve invece circa 1 mV.
Tra ieri e oggi sono riuscito ad avere il tempo per dedicarmi alla soluzione di questo problema.
Iniziando dalla valvola finale (V5) ho variato la resistenza di catodo R6 portandola dai 400Ohm di manuale a 250 Ohm. I parametri si sono normalizzati come segue:
Vk = 9.0 V
Vgs ecc.ecc = 209 V
C’e stato un leggero guadagno nell’amplificazione ed un lieve aumento della corrente assorbita.
Alla rivelatrice ed amplificatrice di BF (V4) sono stati modificati i valori di tre resistori:
Resistenza di catodo (R19) da 6000 Ohm è stata portata a 1200
Resistenza di Gs (R29) da 1.2 MOhm è stata portata a 270 KOhm
Resistenza di carico (R21) da 1.2 MHom e stata portata a 170 KOhm
I parametri si sono normalizzati come segue:
Vk = 1.65 V
Vgs = 39 V
Va = 141 V
In queste condizioni sono sufficienti 20 mV a1000 Hz per ottenere 50 mW in altoparlante.
Per gli stadi amplificatori (V1) e (V3) è stato sufficiente ridurre la resistenza di gs (che è comune ad entrambi) passando dai 30KOhm nominali a 15 KOhm. Con tale modifica i parametri si sono normalizzati come segue:
Vk = 2.60 V
Vgs =95 V
Va = 220 V
Iniettando un segnale di 2.2 mV a 600 KH, modulato in ampiezza a 1000Hz, con una percentuale di modulazione del 30%, alla griglia del tetrodo, si ottengono in altoparlante 50 mV.
In questa situazione i tre stadi citati amplificano complessivamente 35 volte di più della situazione iniziale e, cosa non trascurabile i 2,2mV necessari sono la meno della metà del segnale minimo richiesto dal manuale.
Appena avrò un poco di tempo cercherò di sistemare gli stadi rimanenti.
A questo punto, però, si può già chiaramente comprendere che Le ECH4 non POSSONO IN ALCUN MODO ESSERE CONSIDERATE UNA EQUIVALENZA DIRETTA delle E1R e che la sostituzione di queste ultime con le ECH4 comporta un pesante rimaneggiamento della componentistica dell’apparato (se lo si vuole mantenere funzionante al pari dell'originale).

Da restauratore “integralista” mi pongo delle domanda: vale la pena ricostruire qualche cosa (che in mancanza delle valvole originali) diventa comunque un falso prodotto in epoca attuale dalla nostra fantasia, senza alcun legame con il passato ??????

Non sarebbe più corretto ricostruire gli AR 18 rinvenuti smontati, con lo schema e le valvole dell’AR8 ????. In tal caso avremmo ancora un oggetto di nostra invenzione. Si tenga comunque presente che i due apparati sono molto più simili di quello che comunemente si pensa. L’ottanta percento della componentistica porta la stessa sigla di riferimento (ed è lo stesso oggetto). In conclusione tra i due falsi è meglio avere un AR8 con la scala dell’AR18, o un AR-18 che non è più un AR18?????
Che differenza c’è tra chi sostituisce le E1R con le ECH4 e chi la sostituisce con la serie di valvole dell’AR8????? Per me nessuna, il circuito è praticamente lo stesso, in entrambi i casi, con le resistenze rimaneggiate. Con il particolare non trascurabile, che le ECH4 sona una nostra invenzione, la AR8 è esistita ed andava pure molto bene !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Edoardo
PS:
Sfido chiunque dica che un AR18 con le ECH4 funziona bene come con le valvole originali, a sottoporsi alla “prova strumenti” (Generatore di segnali e milliwatmetro in uscita, su carico fittizio di 7500 Ohm !!!!!!!!!!
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Re: RICEVITORE DI BORDO DELLA REGIA AEREONAUTICA AR-18

Messaggio: #36918 IK0QDQ
02/07/2020, 0:17

Per rispondere specificatamente ad Ugo, in questo ultimo periodo, mi sono reso conto del perché, negli anni 60 consideravamo l'AR18 un catenaccio. Personalmente ero "alle prime armi" e non riuscii a far funzionare l'esemplare che mi capitò sotto mano. Adesso ne capisco a pieno il perché ma sono passati più di sessanta anni!!!!!
E' quindi chiaro che all'epoca si preferiva un BC312 o un BC348 (con tutti i suoi difetti), o i più economici apparati inglesi, perché più facili da gestire. E' ovvio che era più semplice trovare a portaportese una 6SK7 piuttosto che una E1R!!!!!!!!! Chi provava a sostituire le E1R con le ECH4 si sarebbe trovato nella mia stessa situazione e quindi o era capace di farlo e disponeva dei manuali e degli strumenti necessari, o inevitabilmente falliva. Ora, come allora, è molto difficile attribuire a se stessi la causa del fallimento, e quindi, altrettanto inevitabilmente, si finiva per considerare l'AR18 un oggetto obsoleto e/o irriparabile. Questo è anche stato il motivo per cui si sono eseguite tutte quelle modifiche devastanti di cui oggi troviamo i cadaveri sparsi per i mercatini. Adesso non giustifico gli esecutori di tale scempio, ma sicuramente comincio a comprenderli meglio!!!!!!!
Edoardo
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