Radar AI MkIV

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Caro Filippo, purtroppo la cosa peggiore non solo delle Forze Armate ma dell'intero nostro sistema statale, non è tanto l'avere al comando gli individui menzionati da Carlo, ma il corollario che ne segue: Pur di mantenere le loro poltrone stroncano immediatamente chi dimostri di avere senso del dovere e amore per il proprio lavoro(vedi la fine che ha fatto chi tentò di cazziare Schettino).
Detto questo, visto il grado e l'incarico che ricopri,( che dal mio punto di vista vale più di una medaglia d'oro) per il tuo coraggio meriti l'ammirazione di chiumque abbia un briciolo di buon senso.
Fatta questa diverosa precisazione, veniamo ai radar.
Sono contento di aver risvegliato Tonino dal suo torpore "ferragostano".
Ha scritto un paio di post che da soli possono costituire il menabò per un possibile trattato sulla storia dei Radar.
Concordo con Tonino che il tempo è poco ed il lavoro è tanto, sicuramente è più giovane di me, di Carlo e di Giorgio, ma sono sicuro che se troviamo il modo di unire le nostre forze di "arzilli vecchietti" si possono ancora fare delle cose interessanti.
A mio avviso è importante terminare quanto stiamo facendo con l'SCR-518 costruendo anche un banco di prova che permetta la simulazione del funzionamento (carico fittizio, linea di ritardo variabile loop con il ricevitore) e lasciare una traccia di quanto fatto scritta in modo decente (e possibilmente in inglese) poi si potrà affrontare allo stesso modo un altro apparato raro e di interesse comune.

Partendo proprio dai post di Tonino si pùò scivere una specie di "bignami" in cui si elencano le orincipali fasi della WWII mettendo in evidenza lo sviluppo dei vari apparati (Navigazione e Radar) con la famosa "Regola del quattro": Qualsiasi dispositivo introdotto da una delle parti porta allo sviluppo di un controntro-dispositivo dalla parte avversa, che a sua volta copia il dispositivo, induendo a sua volta la costruzione di un controdispositivo. (Tony Devereux, Messenger Gods og Battle, Brassey's, London 1991)

Edoardo